Statuti Teclena   

11 - DE PENA PATRONI VULNERANTIS FAMULUM IPSIUS
Item, statuimus quod nuIIus patronus possit nec debeat percutere aIiquem famulum: si cum manu, ad penam X librarum; et, si cum baculo et sanguinis effu­sione, in XX libris denariorum; et tantumdem parti. Et, si fecerit pacem cum iniuriato infra spatium trium die­rum, a die delicti commissi incipientium, quod accusatus non teneatur ad penam. Et casteIIanus de predictis ex officio suo procedere non possi t, nisi per viam accusa­tionis facte per dictum iniuriatum

 

11 - La pena per un padrone che ferisce un suo servo
Stabiliamo che nessun padrone possa né debba percuotere un servo: se (l'avrà percosso) con la mano, (sia multato) alla pena di dieci libbre; e, se (l'avrà colpito) con un bastone e con effusione di sangue, (sia multato) a venti libbre di denari; e altrettanto (paghi) alla parte lesa. E, se (il padrone) avrà fatto pace con il danneggiato entro lo spazio di tre giorni, a cominciare dalla giornata nella quale fu commessa la colpa, che l'accusato non sia tenuto (a pagare) la pena. E il castellano, sulle cose predette, non possa procedere in base alla sua carica, a meno che non (proceda) attraverso la strada dell'accusa fatta da detta persona danneggiata .