Nel
1795 i certosini avevano celebrato il quarto centenario della loro
venuta a Tecchiena. Grazie soprattutto all'apporto della vasta ed
efficiente tenuta, il Settecento stava per chiudersi con realizzazioni
imponenti e di significato storico: la primitiva certosa di Trisulti
aveva ceduto il posto alla monumentale costruzione che ai nostri giorni,
con la sua mole e le opere d'arte che accoglie,tanto impressiona il
visitatore; e, entro il comprensorio della stessa tenuta, era sorta
l'imponente, funzionale ed attrezzatissima sede della grangia. Tutto
lasciava prevedere tempi lunghi per una vita e un'attività serena e
fruttuosa.
Invece..., era alle porte il secolo delle soppressioni e delle
confische! La prima ebbe luogo nel 1798, in seguito all'occupazione di
Roma da parte delle truppe francesi e alla proclamazione della
repubblica romana: con decreto del 27 bruma io (corrispondente al 17
novembre), il generale napoleonico Alessandro Macdonald sopprimeva le
due abbazie di Fossanova e di Trisulti, incamerandone tutti i beni. La
grangia si trovò esposta al saccheggio sistematico, ma il nuovo padrone
non ebbe il tempo per prenderne effettivo possesso, poiche, nell'agosto
dell 'anno seguente, i Francesi venivano cacciati da Alatri e ai primi
di ottobre cessava di esistere la repubblica romana.
Durante la nuova soppressione degli enti religiosi, ordinata da
Napoleone I nel 1810, i certosini dovettero abbandonare per oltre quattro anni la fiorente tenuta, che, a quanto
sembra, divenne appannaggio d'un alto ufficiale francese.
Più breve fu la procella della repubblica romana del 1849, i cui
promotori si affrettarono a far compilare un dettagliato inventario dei
beni della grangia, anche se in un primo tempo ne lasciarono
l'amministrazione alla certosa di Trisulti. Finalmente, questa fu
affidata al canonico frusinate l\Jicola Marcocci; ma la cosa durò solo
40 giorni, e l'operato del canonico non fu tale da dovere essere, in
seguito, giudicato severamente.
Nuove apprensioni, pili che danni rilevanti, cagionarono ai monaci, col
loro passaggio, i garibaldini di Giovanni Nicotera, sulla fine d'ottobre
1867: per tre o quattro giorni, la casa ebbe custodi diversi dai monaci,
e nulla più..
Finalmente, si ebbe l'ultima delle soppressioni, messa in atto in forza
delle cosiddette ({ leggi eversive »: il 23 novembre 1873, il demanio
prendeva possesso della tenuta di Tecchiena. Ma, senza Tecchiena, la
certosa di Trisulti non poteva sopravvivere. Per questo si pensò subito
al modo di rientrarne in possesso.
Tutto l'Ordine certosino vi si senti impegnato, e con sacrifici immensi
riusci a ricomprarla dallo Stato, neppure un anno dopo, per i buoni
uffici del cittadino ceccanese Filippo Berardi,il quale, a proprio nome
ma a vantaggio dei monaci, il 3 agosto 1874 firmava l'atto di compera.
Sulle spalle dei monaci che, ancora una volta, tornavano alla loro
grangia, pesava l'immenso debito che, sia pure a rate, bisognava pagare.
Ma l'odissea non era chiusa: purtroppo, l'avvenire riservava loro ben più amare sorprese.
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